brunix.cloud

Fin dall’età di 14 anni ho avuto la passione per le due ruote.
Ancora oggi non riesco ad immaginare il garage senza la presenza di una motocicletta. Il solo pensiero mi provoca un capogiro.
Ho ereditato la passione da mio padre che, un po’ per necessità e un po’ per scelta, non ha mai avuto la macchina, preferendo muoversi in moto, in ogni stagione e con qualsiasi tempo.

Ho iniziato come la maggior parte di noi con un cinquantino. Una bellissima Moto Guzzi Dingo GT di seconda mano con cui ho fatto tantissimi chilometri.
Poi è stata la volta della Vespa Primavera, un classico per quei tempi, però non era una vera moto… anche se è stata una fedele compagna di viaggi tutto l’anno.

Quindi è venuta la volta di qualcosa di più “serio”. Una Honda XL 350 rossa fiammante.
Il mio primo quattro tempi.
Grande moto, perfetta per fare escursioni non molto impegnative fuoristrada. Attorno a Novara, dove abito, è tutto uno sterrato, in mezzo alle risaie e giù verso il parco del Ticino.

Io e la mia XL ci siamo divertiti davvero tanto. Unico piccolo difetto: è sempre stata un po’ scorbutica di avviamento… a pedale… Guai a farla ingolfare tirando l’aria o accelerando in avviamento. Ne sa qualcosa il mio meccanico di fiducia che non conoscendo il “trucco”, dopo averla ingolfata, l’aveva mezza smontata per cercare di “aggiustarla” e farla partire.

Non è stato facile decidere di cambiarla, ma dopo un tre e mezzo volevo provare qualcosa di un po’ più potente che mi desse modo anche di fare chilometri in autostrada senza arrivare con il culo piatto e le braccia doloranti per via della tassellatura delle gomme da fuoristrada. E poi, sai, la pigrizia e gli anni mi avevano convinto che l’avviamento a pedale era forse un po’ troppo “spartano” ed era ora di passare all’avviamento elettrico.

E così, con una lacrimuccia, ho salutato la XL e sono passato alla Honda Transalp, una enduro stradale che ancora oggi, dopo numerosi aggiornamenti, è una moto di assoluto prestigio.

Una moto dotata di motore quattro tempi bicilindrico decisamente più brillante ed elastico della bimba che avevo prima, con una ciclistica molto facile che nonostante il peso complessivo importante del mezzo mi ha sempre permesso di districarmi agevolmente anche in situazioni difficili.

Non ho smesso di usarla su sterrato, anche se con un briciolo in più di cautela (una scivolata, spacchi la carena e sono subito soldi che volano via) ma la novità è stata quella di potersi fiondare in autostrada anche per lunghi tratti, a velocità di crociera sostenuta, con una decente protezione all’aria ed in totale relax anche in due.

E poi grazie alla generosità di cavalli ed alla notevole maneggevolezza, si è sempre comportata splendidamente anche sulle strade di montagna, nelle Langhe e nel Monferrato, le mie mete preferite per le gite domenicali.

Nel 2002 ho deciso di dare una svolta e passare decisamente su qualcosa di stradale, ma senza rinunciare alla comodità anche per il passeggero.

La scelta è caduta sulla Honda Deauville, gran turismo di media cilindrata che eredita, guarda un po’, il motore bicilindrico del Transalp, leggermente potenziato ed adattato alla trasmissione cardanica.

Mi aspettavo che fosse molto meno “facile” del Transalp, e invece è stato subito amore. Certo, esistono moto da turismo molto più accessoriate e potenti, ma sinceramente non mi lamento della scelta fatta, anche se ogni tanto viene da chiedersi perché la strumentazione sia così spartana e manchi anche di una semplice spia della riserva (che poi è stata aggiunta nella serie successiva).

Unico accessorio di cui si sente veramente la mancanza è una presa 12V (come quella presente sui BMW) da utilizzare per collegare la batteria ad un mantenitore di carica nei lunghi mesi invernali in cui la belva sta chiusa a riposo in garage.

Dover smontare ad inizio inverno la batteria e doverla poi ricaricare e rimontare ad inizio marzo è sempre stata una gran noia, per non parlare del fatto che a forza di scarica e ricarica, due batterie si sono rovinate irrimediabilmente…

Nel 2008 ho quindi deciso di fare un “upgrade” e montare un kit per il mantenitore.Ora la batteria è sempre carica ed in piena efficienza e basta una giornata di sole, anche in pieno inverno e la Deaville è immediatamente pronta ad uscire.

La mia Dea è stata la fedele compagna per molti anni ma nella primavera del 2015 è arrivato il momento di cambiarla, anche se era ancora perfetta  per tornare ad una moto “leggera” e di cilindrata inferiore. La Dea ha trovato un nuovo estimatore che la porterà ancora in giro per tanti anni.

Così ho deciso di comprare una “bicicletta”… una leggerissima e maneggevole Honda CRF250M, una motard di 250cc, senza fronzoli ma ben dotata.
Con un pesi di soli 130 Kg e grazie ai 23 CV che scarica a terra docilmente, in accelerazione è un vero fulmine e nel misto è molto divertente.
Certo non è adatta a lunghi trasferimenti in autostrada ed a velocità di crociera sostenuta, come invece era la Dea, ma tanto ormai la moto è diventata il “giocattolo” per brevi escursioni solitarie di qualche ora nel weekend e al massimo mi spingerò fin nelle Langhe o verso casa in Val Vigezzo.

E però dopo un anno di “bicicletta” avevo di nuovo il desiderio di qualcosa che fosse meno limitata su percorrenze più lunghe… e ho trovato una stupenda Honda CBR500R usata e tenuta come un gioiellino e non ho saputo resistere alla tentazione.

Si adatta meglio della piccola motard a viaggi un po’ più lunghi anche in autostrada e mi ha fatto tornare la voglia di far chilometri non solo su brevi escursioni domenicali nei dintorni di casa.

Quindi per un po’ di anni ho avuto due moto… diverse per caratteristiche, stile e possibilità di utilizzo e con grandissimo divertimento continuo ad andarmene in giro con le due ruote.

Poi nel 2022, vuoi perchè avevo visto questa moto da un amico, vuoi perchè avevo voglia di togliermi un ultimo sfizio, ho deciso di vendere le due moto per prenderne una nuova.

E così è arrivata la nuova Honda CB 500 X, sostanzialmente stesso motore della CBR che avevo, ma con un ritorno a posizione di guida e caratteristiche della vecchia Transalp.

Ha cavalli quanto basta per il mio modo di guidare, è comoda e con la giusta quantità di elettronica, ma senza esagerazioni. Perfetta per farci giri anche di qualche centinaia di chilometri senza scendere di sella affaticato.